Pagine

giovedì 2 luglio 2015

Roma ai suoi cittadini, un’altra idea di città.



La cittadinanza attiva di Torpignattara (csoa ex snia, CdQ Pigneto, CdQ Certosa, militanti del M5S, del PRC e Cittadini del quartiere) ha impedito la costruzione di un supermercato LIDL in Via Acqua Bullicante 248 in Roma, attraverso un presidio determinato e partecipato, di una settimana, per impedire al cantiere di iniziare i lavori. Grazie a questo presidio, e ad un buon lavoro di analisi nella produzione di informazioni e documenti riguardanti l’area interessata, i cittadini coinvolti nella protesta sono stati invitati a discutere dell’intera opera con il Comune di Roma in un incontro informale il 18 giugno in Via dei Cerchi 6 alla presenza di rappresentanti del Comune e del Municipio V che tardivamente ha mostrato interesse per le istanze dei cittadini. All’incontro il Comune di Roma, totalmente sprovvisto di qualsiasi valutazione tecnica, non ha potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità dal momento che l’intera superficie è sottoposta a vincolo paesaggistico “Ad Duas Lauros”.

E’ ferma intenzione del comitato di cittadini di spendersi affinché quell’area non venga destinata a progetti che portino altro cemento nel quartiere e anzi ne hanno chiesto l'esproprio per destinarla a verde pubblico.
Ancora una volta è stato dimostrato che con la partecipazione attiva, determinata e consapevole dei cittadini è possibile riguadagnarsi il diritto a vivere in una città meno tossica e più a misura d’uomo anche rimediando alle mancanze di una amministrazione che quando non è collusa con il malaffare della criminalità, come ci raccontano le cronache degli ultimi mesi, risulta essere superficiale e inadeguata.
Questa vittoria dei cittadini fa il paio con un’altra iniziativa a carattere cittadino, per sua natura più articolata e più ambiziosa, realizzatasi nel corso dell’ultimo anno e che ha avuto le prime soddisfazioni in queste ultime settimane: l’iniziativa deliberiamoroma (www.deliberiamoroma.org) che ha come scopo quello di far discutere nel consiglio comunale quattro delibere di iniziativa popolare: “Acqua bene comune, uso sociale del patrimonio immobiliare abbandonato, scuola pubblica e finanza sociale per liberare Roma dalla crisi”, sostenute dalla firma di 32.000 cittadini.
Dopo le tante richieste inevase di discutere in Consiglio Comunale le quattro delibere, il comitato (o forse visto i numeri sarebbe meglio chiamare movimento) ha organizzato l’11 giugno, un consiglio comunale popolare fatto dai cittadini nelle vesti dei consiglieri e del sindaco, in piazza del Campidoglio, ai piedi della statua di Marco Aurelio. Il consiglio-flashmob nonostante si sia svolto in piedi, a causa del diniego del comune di utilizzare le sedie che seguiva i diversi tentativi di non concedere la piazza, ha realmente discusso, e approvato, numerose delibere proposte dei tanti relatori. Festoso e giocoso il flash mob-consiglio popolare sarebbe stato di certo più utile ai cittadini dei tanti consigli “ufficiali”. L’effetto che sicuramente ha prodotto è stato quello di far –finalmente- mettere all’ordine del giorno del Consiglio Comunale le quattro delibere giovedì 18 giugno (dopo appena una settimana) in una Assemblea Capitolina che non è riuscita nemmeno ad iniziarne la discussione che è stata rinviata a martedì 23 giugno solo per essere rimandata al 25 giugno, ancora al 30 giugno e oggi (2 luglio) alle 15 è di nuovo all’ordine del giorno: aspettiamo fiduciosi.
Ma il nostro ragionamento non può limitarsi a denunciare e contrastare la cattiva amministrazione (cosa pur sempre lodevole). Si costruiscono edifici e si devastano i nostri quartieri anche nel pieno rispetto della legalità così come si calpestano i nostri diritti e si peggiorano le nostre condizioni di vita con leggi fatte a beneficio dell’interesse speculativo e dello sfruttamento capitalistico dei lavoratori e del territorio, fenomeno che appare ancora più evidente in momenti di crisi strutturale, quando il sistema si fa più aggressivo.
E allora se abbiamo un’altra idea di città, di mondo, di sviluppo, di vita e di progresso sociale non possiamo non mettere in discussione il sistema di produzione capitalistico che è il vero “mandante” della speculazione edilizia, della corruzione mafiosa, delle condizioni di lavoro disumane, della speculazione sulle risorse indispensabili alla nostra vita come l’acqua, e la lista potrebbe a lungo continuare.
Allora è ora di adoperarci (adoperarci!!!) per mettere insieme movimenti di lotta circostanziati e dare vita ad un movimento (tipo quello di Barcelona en Comù) che rappresenti chi la città la vive e non chi ci fa affari.

Nessun commento:

Posta un commento