“ANNI ’70 un tempo che fu un
quartiere che c’è L’AFRICANO” è il titolo del libro a cura di Neda Graziani,
presentato da Neda stessa il 13 febbraio scorso nella
sede dell’Associazione Articolo 3 a Via Dancalia, ad un anno dalla scomparsa (11
febbraio 2014) di Sante Moretti (con il quale Neda aveva cominciato questo
lavoro di raccolta), protagonista di rilievo delle vicende e della storia che
si racconta nel libro che infatti si apre con una sua breve biografia. Un
racconto scritto con l’urgenza di chi vuole condividere la propria esperienza
di vita e con la delicata premura di chi non vuole mancare a un appuntamento.
Un testimonianza dettagliata, una cronaca precisa, quasi una relazione, delle
lotte fatte dai comunisti nel “quartiere Africano” di Roma, nella II
Circoscrizione (ora Municipio).
Un quartiere difficile per i
comunisti, sottoposti continuamente alle aggressioni dei fascisti di cui il
libro fa un resoconto puntuale e a cui dedica un allegato nelle ultime pagine;
ma non per questo i compagni del Nomentano sono stati meno efficaci e
determinanti nelle lotte per le conquiste sociali del quartiere e per le
rivendicazioni nazionali e internazionali dei comunisti: ”Quello che indispone
i fascisti ed infastidisce la DC è il costante impegno sui problemi del
quartiere e il consenso dei cittadini”. Lo stesso Sante è stato aggredito più
volte, gli è stata incendiata l’automobile, ha subìto varie minacce e
intimidazioni fino ad essere condannato a morte dai NAR “e costretto dalla
direzione nazionale del PCI ad un esilio forzato”.
Ma si narra soprattutto di tutto
quello a cui si è dato vita: le lotte per Villa Chigi, Villa Torlonia e Villa
Leopardi (“La sezione del PCI invita i cittadini alla mobilitazione per il
verde e per una città a dimensione umana”); la lotta per la casa e soprattutto
per dare un'abitazione dignitosa ai baraccati (“A pochi passi da viale Libia
esistono centinaia di baracche e di abitazioni improprie: una immensa
bidonville stretta tra la ferrovia e il fiume Aniene ed i palazzi di viale Etiopia
e viale Somalia.”); la lotta per l’apertura della scuola in via Tripolitania e
per i salari delle commesse di Standa e Upim. Non manca l’impegno per la
politica nazionale e internazionale, tra cui: le lotte per la legge sull’aborto
e la costituzione dei consultori, le manifestazioni contro i colonnelli greci e
quelle per il colpo di stato in Cile. Tutto ciò, non dimentichiamolo, in un
clima di violenza e di tragici avvenimenti: i vili omicidi di Giorgiana Masi,
Elena Pacinelli e Walter Rossi, il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro.
Il volume è arricchito da foto
dell’epoca che ci aiutano a calarci nell’atmosfera di quei decenni, con i suoi
volti, i suoi angoli, i suoi slogan, alcuni ancora attualissimi. In allegato
anche una cronistoria del quartiere Trieste dall’Unità d’Italia fino al 2012.
Un lavoro di ricerca e ricostruzione reso possibile anche grazie al materiale
reperito nell’archivio della rivista comunista Lotta oggi.
Una narrazione asciutta e
concreta che non lascia spazio ai “…ma allora erano altri tempi” o ai rimpianti
di chi si nasconde dietro ai “quando c’era il grande PCI”, e che ci lascia solo
il desiderio di riprendere la lotta lì dove si era lasciata anche attraverso la
capacità di saper raccontare, come in questo caso, la propria esperienza di
comunista capace di incidere nella società in cui vive. Un'esperienza politica di cui il circolo in
via Dancalia è testimone, che appartiene a tutti i comunisti e non solo.
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